venerdì 12 settembre 2008

Valutazione tecnico critica della prima edizione di “Musica per lo Spirito”

Lo scorso agosto il coro Sonore Vocal Ensemble di Oxford diretto dal Maestro Thomas Primrose ha preso parte ad alcuni importanti eventi liturgici e concertistici a Trieste e in Regione Friuli Venezia Giulia in occasione della festa dell’Assunzione della BVM.
Nell’ambito della prima edizione di questa rassegna, intitolata “Musica per lo Spirito”, il coro ha preso parte alle celebrazioni liturgiche nella Cappella Civica Beata Vergine del Rosario di Trieste, con il rito di S. Pio V, con una S. Messa cantata della vigilia e con i secondi Vespri Solenni in latino. Il coro si è poi esibito in un concerto di musica sacra corale nella stessa chiesa, che è stato replicato nei giorni seguenti presso la Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo in Ronchi dei Legionari e la Basilica Patriarcale di Aquileia.
Nonostante la sue breve storia, questo coro è già affermato in Inghilterra, dove ha al suo attivo numerosi concerti sia ad Oxford che in altre maggiori città.
Sia nelle liturgie che nei concerti il coro si è trovato ad affrontare un repertorio eclettico ed impegnativo sia sotto il profilo tecnico che musicale. Nel corso della rassegna il coro ha presentato un programma davvero policromo, passando con naturalezza dalla polifonia rinscimentale italiana a quella inglese e spagnola, e affiancando al canto gregoriano un excursus di musica sacra che ha toccato alcuni dei più grandi compositori, generi e stili in Europa e nel mondo dal Rinascimento al primo ‘900.



La vocalità del coro ha dimostrato un potenziale davvero impressionante. Ciascun elemento del coro, essendo cantante professionista, ha saputo utilizzare a pieno la propria tecnica vocale in funzione dei vari brani e dosare le sonorita’in maniera sempre adeguata al contesto. L’uso del vibrato, ad esempio, è stato moderato nella polifonia – ove esso è quasi un ornamento nel cantus firmus e nei ritardi contrappuntistici – ma è stato utlizzato ampliamente nei brani di Rachmaninov e Stanford, in quanto parte integrante del colore e dello stile di questi brani di chiara ispirazione postromantica. Le voci, seppur giovani, non hanno mancato di potenza ed espressività. La freschezza del suono, particolarmente nelle voci femminili, bene si prestava all’esecuzione del repertorio antico, nel quale le voci superiori, in origine affidate ai pueri, devono essere eseguite con molta limpidezza.

L’intonazione del coro è stata ottima, anche considerando le condizioni climatiche non certo favorevoli ad attività canore e la scelta di un repertorio totalmente “a cappella”, cioè senza alcun accompagnamento strumentale. Ciò dimostra una buona disciplina da parte di ciascun corista nell’uso della muscolatura diaframmatica, che permette di sostenere i suoni ed evitare “slittamenti” nell’intonazione così tipici di molti cori amatoriali.

La qualità dell’assieme vocale è stata notata immediatamente dal pubblico: per esempio, nei brani in cui sono presenti cambiamenti di tempo o rapide fugure ritmiche il coro ha sempre dimostrato di “muoversi assieme” mettendo in risalto un senso di unità interpretativa prettamente corale e mai individuale. Questa è una caratteristica di molti cori inglesi, nei quali ogni corista è abituato ad ascoltare non soltanto se stesso ma anche gli altri cantori ed è conscio del proprio apporto all’insieme. In molti hanno notato la sincronia nella respirazione e l’ordine generale nell’esecuzione. Grande precisione e “gioco di squadra” sono stati osservati specialmente nei brani a doppio coro, di notevole complessità, che il coro ha saputo rendere in maniera spettacolare e drammatica sia nella chiesa del Rosario che nell’ancor più storica cornice della Basilica patriarcale di Aquileia.

Nonostante molte dicerie, non certo esaltanti, sulla pronuncia inglese del latino, la pronuncia di questo coro si è rivelata di gran lunga superiore alle aspettative: se le consonanti “t” e “c” avevano ancora un sapore anglosassone, tutte le vocali sono state pronunciate perfettamente e la dizione e’ stata molto chiara. L’acustica della Beata Vergine del Rosario, particolarmente buona dalla cantoria, ha aiutato ad amplificare il suono nella navata della chiesa.

Uno degli aspetti più pregevoli delle esecuzioni dello scorso mese è stato senza dubbio la grande varietà nelle dinamiche musicali. Il Maestro Primrose è riuscito a presentare i vari stili con “colori” appropriati: nella polifonia egli ha lasciato che le varie linee contrappuntistiche emergessero con naturalezza dal tessuto musicale e si dipanassero con semplicità. Molto più espressivi e ricchi di chiaroscuri, crescendi e accenti erano invece i brani postromantici, nei quali i contrasti sono stati estremi, dai più intimi pianissimi ai fortissimi più esuberanti . Le esecuzioni hanno dimostrato dunque competenza e musicalità e sono state tutte salutate da un pubblico folto ed entusiasta. La manifestazione ha trovato una degna conclusione in Aquileia, dove le note del Coro Sonore Vocal Ensemble hanno risuonato nella suggestiva atmosfera della Basilica gremita e hanno regalato a tutti i presenti momenti di grande spiritualità.

Associazione “Amici della Musica” Luigi e Federico Ricci